La leggenda del Ponte del Diavolo narra che i cittadini di Cividale volevano costruire un ponte per attraversare il Natisone ma non sapevano come fare. Contrassero allora un patto con il diavolo: egli avrebbe costruito il ponte in una sola notte ed in cambio gli sarebbe appartenuta l'anima del primo che avesse attraversato il ponte. Come concordato, all'alba la città di Cividale trovò un bellissimo ponte in pietra che collegava le due rive: da una parte stava il diavolo, in attesa, dall'altra i cividalesi. Il diavolo aspettava impaziente il suo compenso ma nessuno si decideva ad attraversare il fiume. D'un tratto il diavolo, che non riusciva a distinguere cosa stesse succedendo all'altro capo del ponte, vide correre fulmineo verso di sé un gatto nero che gli abitanti della cittadina avevano indotto a correre verso Satana. Gli abitanti di Cividale erano riusciti a beffare il diavolo e da quel giorno ebbero a loro disposizione un bellissimo ponte.
La leggenda è stata rielaborata anche dallo scrittore irlandese James Joyce, che decise però di ambientarla in Francia e che diede del diavolo un immagine piuttosto bonaria (tanto che, alla fin fine, Satana decide di prendersi cura con affetto del povero micino).
James Joyce visse per lungo tempo a Trieste quindi pare probabile che si sia ispirato proprio al Ponte del Diavolo di Cividale nello scrivere il suo racconto (nella sua versione della storia compare inoltre una parola in triestino).