Cividale è una città che già da sola merita un viaggio e una volta giuntivi, va girata a piedi, seguendo, tra stretti vicoli e antiche piazze, le tracce del suo passato che fanno bella mostra di sé non solo dai principali monumenti ma anche dalle facciate dipinte delle antiche case.
Il simbolo della città, il Ponte del Diavolo, scavalca il Natisone in uno dei suoi punti più panoramici consentendo al visitatore di ammirare le case che strapiombano verso le sue acque. L'originaria costruzione del ponte risale alla metà del XV secolo (è stato però ricostruito dopo il 1917) e si erge su un masso che la leggenda vuole sia stato scagliato dal diavolo stesso (da cui il nome).
Attraversando il ponte per immergersi nel fascino dell'antico borgo ci si imbatte nell'Ipogeo Celtico, altresì noto come carcere romano. Accessibile dalla via Monastero Maggiore, si tratta di un complesso di grotte artificiali, scavate a diversi piani, e nelle quali si scende con l'ausilio di ripide scale. Nelle pareti si rinvengono teste scolpite, attribuibili ai celti, che starebbero a testimoniare come in origine si trattasse probabilmente di un sito funerario.
La parte più antica, di impianto romano e di antichi fasti longobardi, ha il suo centro nella Piazza del Duomo, un tempo foro romano. Il Duomo, da cui la piazza prende il nome, è un maestoso edificio quattrocentesco di carattere gotico veneto. Al suo interno spicca, sull'altar maggiore, la Pala di Pellegrino II, Patriarca dal 1195 al 1204, in argento dorato, risalente alla fine del XII secolo.Oltre a questa sono degni di nota nella navata destra l'altare della Madonna progettato da Giorgio Massari e, sulla parete della navata sinistra, un crocifisso ligneo del XIII secolo. Sulla facciata interna si notano il monumento equestre in legno dorato di Marco Antonio da Manzano e il sarcofago del Patriarca Nicolò Donato sovrastato da una Madonna di Antonio da Carona. Ogni anno, nel giorno dell'Epifania, nel Duomo si svolge la Messa dello Spadone, un antichissimo rito risalente agli albori dell'era cristiana.
Annesso al Duomo si trova il Museo Cristiano, dove sono conservati capolavori altomedievali: il battistero di Callisto, edicola ottagonale con decorazioni scolpite, colonnine e capitelli del V secolo, e una scritta inneggiante al patriarca Callisto (730-756); l'Ara di Ratchis, duca di Cividale e re dei Longobardi, divenuto poi monaco benedettino: le sculture sulla parte anteriore rappresentano il Trionfo di Cristo, sulle altre sono raffigurate la Visitazione e l'Adorazione dei Magi.
Sulla Piazza del Duomo si affacciano anche il quattrocentesco ma più volte rimaneggiato Palazzo Comunale e il Palazzo dei Provveditori (1565-1596), progettato da Andrea Palladio, oggi sede del museo Archeologico Nazionale. Il museo, articolato su due piani, espone importanti reperti archeologici provenienti principalmente dal Friuli. Il piano terreno ospita la parte lapidaria suddivisa in quattro sezioni (romana, paleobizantina, altomedievale e romanica) nonché la collezione Cernazai, costituita da reperti lapidei di origine dalmata. Il piano nobile è invece interamente dedicato ai Longobardi: il percorso di visita si articola in sette sale nelle quali i reperti sono cronologicamente ordinati, dai manufatti risalenti al primo insediamento longobardo, rinvenuti nelle necropoli di San Giovanni e Cella, all'espressione dell'arte longobarda in cui si ravvedono già gli influssi del mondo Carolingio. L'esposizione comprende anche una collezione di monete d'oro ed il sarcofago e il corredo del duca Gisulfo.
Dal Duomo si giunge in breve all'Oratorio di Santa Maria in Valle, annesso al quale vi è il Tempietto Longobardo, vero capolavoro architettonico celebre in tutto il mondo, impreziosito da decorazioni a stucco e a fresco del VIII secolo e dagli stalli lignei intagliati della metà del '500. Sulla fascia superiore della parete ovest è raffigurata la processione di vergini e martiri (sei ieratiche figure di donne) verso la luce, sotto un arco è incorniciato da tralci di vite ricurvi per il peso dei grappoli (da cui il nome di Arco vitineo). Rimasti miracolosamente illesi nel corso dei secoli, i capolavori conservati nel Tempietto sono oggi una testimonianza unica al mondo della raffinatezza dell'arte longobarda.
Allontanandosi dal Natisone e dalla 'gastaldaga' (oggi borgo Brossana), un tempo quartiere di pertinenza reale, si giunge in piazza Paolo Diacono, dedicata al celeberrimo storico cividalese nato attorno al 720 e autore della Historia Longobardorum. Salotto buono della città e palcoscenico per gli spettacoli estivi, la piazza è circondata da una loggia sotto i cui portici è possibile acquistare i prodotti tipici dell'artigianato cividalese quali gioielli di ispirazione longobarda, pantofole, terrecotte decorate con motivi floreali, oggetti di legno e tessuti.